La storia del Giardino Parolini di Bassano del Grappa nel testamento di Alberto Agostinelli
Correva l’anno 1927 quando il Comune di Bassano riceveva, con lascito testamentario del nobile Alberto Agostinelli, il Giardino Parolini. L’area verde era stata voluta dal nonno materno, il naturalista Alberto Parolini, agli inizi dell’Ottocento come luogo di grande pregio in cui collocare piante e semi rarissimi, provenienti da tutto il mondo.
Parolini li aveva portati a Bassano al rientro dai suoi innumerevoli viaggi, insieme a minerali, fossili ed esemplari di piante velenose. Queste erano contenute nell’Erbario che lui stesso aveva destinato, con il suo testamento del 5 aprile del 1864, al Comune di Bassano.
“…Erbario disposto secondo Sprengel e racchiuso in 77 fascicoli all’incirca, legati con fettucce rosse, contenenti esemplari di piante secche avvelenati e perciò non più soggetti alla solita distruzione degl’insetti, colla condizione, che questi non vengano in nessun caso messi insieme con altri esemplari non avvelenati…”.
Il testamento di Alberto Agostinelli del 16 giugno 1908 e la denuncia di successione presentata alla sua morte rivelano dettagli utili a immaginare l’importanza del Giardino in quegli anni. Al Comune di Bassano viene posta la condizione che “il giardino per nessuna ragione dovrà servire per area fabbricabile eccetto se per portinerie o casa dove dovrà dimorare il giardiniere”. Inoltre il luogo sarebbe dovuto diventare “pubblico sempreché ne sia regolato l’ingresso con una tassa d’entrata”. “Per la sua manutenzione e non per altro” viene anche dotato di un fondo di 100.000 lire italiane del tempo.
Il Comune di Bassano riterrà invece di non applicare alcun biglietto di ingresso. Quel meraviglioso Giardino famoso in tutta Europa, che conteneva 9000 specie diverse di piante e fiori è da quel momento liberamente ammirabile dall’intera cittadinanza.
a cura di E. Amato, C. Placanica e S. Girardello